mercoledì 21 aprile 2010


SEVEN (Se7en,USA 1995)
DI DAVID FINCHER
Un thriller di successo mondiale, nonostante sia interamente virato ad un'atmosfera cupa e senza speranza,con conclusione tragicissima, contro la norma dei blockbuster hollywoodiani che abitualmente invadono le sale con propositi di resa commerciale altissima;oltretutto, quasi ad evitare una spettacolarizzazione della vicenda,la serie di delitti orditi da un pazzo si svolgono fuori campo, al pubblico,come ai due poliziotti protagonisti viene mostrata solo la scena del crimine.La composizione del cast non fu travagliata come altri film di successo,forse anche perchè appunto non era stato preventivato un risultato così eccellente al botteghino:inizialmente era stato contattato DENZEL WASHINGTON per intepretare il detective più giovane e dal carattere irruento Mills,ma l'attore lesse il copione e non accettò,definendo troppo fosca la storia,e il ruolo passò al rampantissimo,all'epoca, BRAD PITT, forte dei successi di "INTERVISTA COL VAMPIRO" e "VENTO DI PASSIONI",mentre per la regia si era pensato a DAVID CRONENBERG, che curiosamente si disse non interessato al progetto, e così l'inglese DAVID FINCHER,che aveva esordito con il terzo "ALIEN" si appropriò della regia. Per "John Doe",il killer, a lungo si tenne in considerazione il cantante dei REM MICHAEL STIPE,mentre venne ingaggiato,nell'incertezza generale,e a soli due giorni dall'inizio delle riprese, KEVIN SPACEY,che proprio quell'anno azzeccò anche la parte da Oscar per "I SOLITI SOSPETTI";
Pitt riuscì a strappare un ingaggio da sette milioni di dollari;
fu un'idea di Spacey stesso l'espediente di togliere il suo nome sia dai manifesti che dai titoli di testa,per accentuare la suspence sulla possibile identità dell'assassino che uccide regolandosi sui sette peccati capitali.E nei titoli di coda,che hanno la particolarità di scorrere "al contrario",cioè dall'alto verso il basso, il suo è il primo nome citato del cast;
i produttori, timorosi di un rifiuto del pubblico di fronte ad un finale così dark, suggerirono di cambiarlo durante la lavorazione, ma Pitt minacciò di abbandonare il progetto se l'avessero fatto;
lo sceneggiatore ANDREW KEVIN WALKER scrisse il film in due anni,mentre era impiegato alla Tower Records;
nella scena del ritrovamento della vittima del killer che indica il peccato dell'Accidia,il regista rifiutò di usare un manichino, e volle a tutti i costi una persona emaciatissima, magrissima.Trovarono così un interprete che pesava appena 36 kilogrammi;
nella versione originale viene usata per ben 74 volte l'espressione "fuck", in gran parte pronunciata da Brad Pitt/Mills;
GWYNETH PALTROW fu fortissimamente voluta da Fincher,che di fronte al rifiuto iniziale della bionda attrice, si fece aiutare dal suo boyfriend Brad Pitt a convincerla;
per spiegare la tensione che anima Mills,nella sceneggiatura originale viene spiegato che gli era stato ucciso da poco il partner e amico Parsons,ma nel film non c'è alcun collegamento a questo fattore;
MORGAN FREEMAN venne ripreso dai consulenti della Polizia presenti sul set,perchè,non essendo abituato a girare ruoli d'azione,si muoveva con il dito sul grilletto,cosa che invece all'Accademia insegnano a non fare assolutamente (e a ragione...);
durante la lavorazione, Pitt si fece male alla mano ed al braccio, e la cosa divenne parte integrante della storia, durante l'inseguimento sotto la pioggia in cui è vicinissimo sia ad acciuffare "John Doe",che a lasciarci la pelle;
verso l'inizio del film,i due protagonisti discutono nella versione originale di "Of human bondage", di William Somerset Vaughan, mentre in quella italiana viene citato altrimenti "Delitto e castigo" di Dostojevskij.Misteri del doppiaggio...;
come era abbastanza probabile prevedere,ha incassato di più fuori dall'America che dentro. Se infatti i comunque stupefacenti 100 milioni di dollari incassati in casa compensavano largamente i 33 milioni spesi per produrlo, i 227 totalizzati fuori portano il dark thriller di Fincher su una cifra totale di 327,facendolo diventare uno dei gialli di maggior impatto di sempre.


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